martedì 22 luglio 2008

Scritti autografi di viaggi etilici 3^ cioè De Delictis Gravioribus ovvero De Crimen Sollicitationis



"Il crepuscolo del postdatato"
Sidney, 18 maggio 2001


Dove sei? Io a Sidney, sotto la pioggia dei gavettoni fatti coi preservativi, metà triste metà stufo ed in attesa della grigliata di maiale: era meglio se non partivo. Era meglio se era meglio, in tante cose... Un bacio, ed a prima.

lunedì 21 luglio 2008

Scritti autografi di viaggi etilici 2^ o di come il vilipendio alla bandiera non sia più un reato



"La stirpe dei Cellophan"
Amsterdam, 9 gennaio 2003.


Partire è un po' morire sembrerebbe. Ed effettivamente, ogni volta che parto, sono combattuto fra il desiderio di andare e quello di restare. Una volta la notte, o addirittura le notti precedenti la partenza, erano insonni o quasi. Oggi ho scoperto l'antidoto di non pensare al viaggio fino all'ultimo momento, rollarmi della buona sensimilia, e di fare le valigie (o meglio, lo zaino) solo un paio d'ore prima di andare all'aeroporto per librare il mio aerostato nell'aere. Ma è pur sempre una rimozione, tanto più necessaria quando parto per un viaggio lungo come questo (sei settimane) e da solo: la solitudine totale è tanto più difficile, quanto più si coniuga allo straniamento culturale. Ma ora sono in ballo, ed è tardi per tirarsi indietro: dunque, balliamo...

venerdì 18 luglio 2008

Scritti autografi di viaggi etilici o di come “Simul stabunt, vel simul cadent“


Aerostato in Indocina

A Natale del 2002 mi fu regalato un Aerostato postdatato per il 2005. Non avevo mai tenuto un diario ma, sull'impulso della gratitudine per il dono, decisi di emulare Quintiliano: per un anno, nulla dies sine linea. E così ho fatto: per 1092 lunghi giorni ho doverosamente riempito ogni sera una paginetta, a matita, annotando pensieri, parole, disegni, schizzi, lampi di genio, opere e omissioni della giornata. Una paginetta per registrare nella memoria esterna cartacea il lavorìo interno del software mentale, e quello esterno dell'hardware corporale. Una paginetta per fissare le prime idee di fumetti, i piani di tele irrealizzabili, i percorsi di viaggio, i momenti che venivano e se ne andavano, e che si sarebbero persi nel nulla (senza danno) se non avessi cercato di fermarli sul foglio. Alla fine di quegli anni marcescenti, passati per metà in cantieri Australiani, ho riposto il diario, perché sedimentasse insieme ai cruciali avvenimenti che avevano radicalmente cambiato la mia vita. L'ho riesumato momentaneamente ora, per estrarne le innocue pagine relative a un viaggio in Cambogia e Laos: pagine più descrittive che introspettive, per (s)fortuna del lettore.


Dovrò pagare un extra alla segretaria per decifrarne la scrittura cuneiforme che contengono e trascriverli digitalmente.

venerdì 11 luglio 2008

Anal-fabetizzazione




...per poi svegliarsi anal-fabeti con le prossime generazioni!

Leggere e scrivere fa pensare...da fastidio ai potenti avere una mente critica!

Che tutti si risveglino anal-fabeti!

Che non ci siano altri che anal-fabeti!

Nessuno per scrivere blog!

Nessuno per stampare giornali e riviste!

Nessuno a tirare le somme!

Nessuno a notificare sottrazioni addizioni privatizzazioni e capitalizzazioni!

Nessun libro!

La sola parola!

Cosa potrebbe succedere?

Che favola!



...buon futuro ai giovani da un Cellophan che vi scrive in anticipo, prima di diventare anal-fabeta, anche se consapevole che nessuno fra qualche decennio sarà in grado di leggere ( se cercate la parola anal-fabeta su emule sono convinto, ora ci provo, ne uscirà una lista inelencabile di film pornografici girati in cucine improbabili!?!?!? )


G*

mercoledì 9 luglio 2008

E visto che la fellatio va di moda perchè non rispolverare una mia vecchia storia di una sola pagina?

Era il 96 e stavo cercando il tratto per l'anno della farina 00, che l'amichetta protagonista delle fellatio ripetute si chiamasse Mara è solo una simpatica casualità nel caso dovesse querelarmi vi assicuro che non ho mai avuto l'onore di ricevere un simpatico "succhietto" al mio elvis dalla nostra minestra ripassata al tappo delle pari opportunità dei cittadini che già ne hanno, e me ne dolgo anche se devo ammettere l'ex in questione non se la cavasse poi male, è una delle poche di cui ho un buon ricordo, forse perchè l'avevo immortalata con la mia arte deficiente.
«Io ve lo ficcherò in bocca e nell'ano
Aurelio bocchinaro e Furio culattone,
a voi, che per certi miei versi, è vero,
un po' sconci, mi credete un degenerato.
Un poeta all'altezza dev'essere casto
lui stesso, non certo i suoi versi,
che di fatto hanno arguzia e sapore
proprio in quanto un po' spinti e senza pudore
e in grado d'eccitare quel certo prurito,
non dico nei ragazzi, bensì nei caproni
ormai incapaci nel darci dentro coi fianchi.
Voi, perché leggete di tutti quei baci a milioni,
voi non pensate che io sia maschio a dovere?
Io ve lo ficcherò in bocca e nell'ano.»
Catullo "Carmen XVI"

lunedì 7 luglio 2008

C'è uno sprazzo, spruzzo di successo sul cesso!



...c'è uno sprazzo, spruzzo di successo sul cesso, per ognuno di noi, quello è il posticino dove tutti nascondiamo le nostre nefandezze, lì seduti sulla tavoletta sagomata e gommata, lì dove stiamo al caldo sicuri mentre l'acqua morta, che ci guarda dal basso, qualifica e giudica ogni nostro amore odore umore e rumore, ed è lei l'unica, dalla sua posizione privilegiata di procuratore dimissionario in attesa del pigiar lo sciacquone, in grado di giudicare il valore delle nostre produzioni!

G*

venerdì 4 luglio 2008

Homeless



Che la cerniera del tempo automaticamente si incastri, si rompa, si collochi irremovibilmente a metà patta: io sono come un barbone, un homeless e un uomo singolo steso sul marciapiede! Non so cosa sia la vita oggi, sono solo un uomo col viso rivolto al cielo supino sull'asfalto difeso dal cartone di Tavernello che mi rende protagonista e dal maglione marcio, eppure so di essere chi sono, non ho pretese che quelle di vivere la mia vita: ripenso spesso al lontano giardinetto ancestrale che emana profumo di bei fiori, al glicine acre della mia gioventù, mentre il cielo gravido di pioggia mi chiede un ponte, una galleria o un bel balcone da trovare per la via, ma penso che son stanco e che i fili del tram che danno energia alla vita si intersecano e resto fermo, si intrecciano e non mi muovo, ed il tempo passa e certo è solo che anch’io passerò ma sono e resterò felice anche di questo, un parallelamente comunque e mio malgrado esser presente...cosa ho fatto nella vita e cosa farò, ben poco credo...ma il tempo...ho amato e bruciato ed ora brucio questo breve attimo, questo tempo ingrato, questo essere nell'attimo,come spazzatura di lato. Luglio è il mese dei fichi, e li vedo grandi sul bancone adiacente, sperando il fruttivendolo ne getti qualcuno non marcio ma ammaccato nel bidone che mi da sostentamento.