lunedì 9 giugno 2008

Pallone


Il fatto che da oltre dieci anni non mi sfiori nemmeno l'idea di seguire allo stadio una squadra di pallone, aggiornandomi sulle proprie vicissitudini magari attraverso le trasmissioni varie, oppure leggendo giornali specialistici e dialogando "in contraddittorio" con tifosi di avverse fazioni sono certo mi fa dimenticare, perdere la metà prefissata verso un qualcosa di profondo ed inalienabile dalla vita di un italiano come voi gli altri e me stesso medesimo in quanto per natali tale.
Non so cosa si celi dietro o dentro il pallone in realtà, ma qualcosa deve esserci ne sono certo, ed il solo pensarci oggi mi sta già gratificando, credetemi sono sincero come non mai e per uno come me timido, schivo, introverso, timoroso, impacciato e poco disinvolto ma completamente incapace di dire la verità come un nostro politico medio di ogni fazione e pensiero, è tutto dire.

Accertato oramai l’inconfutabile ma non trascurabile particolare che non viviamo in una democrazia grazie al nano del nord progressista, e nemmeno in una teocrazia grazie ai prodighi sforzi oscurantisti del pastore di anime tedesco, mi chiedo in che genere di stato vivo. E mi vien da riflettere che l'unica cosa che oggi ci accomuna tutti o quasi ( mi ci tolgo ) in questo paesello simpatico è il pallone. E di conseguenza, e qui ci sono anch'io non lo nego, anche se non ho visto la finale dei mondiali vinti in quanto in altre più, perlomeno per me gratificanti faccende affaccendato brutti uomini sessuali ( in quanto per me prima del pallone c'è la cella niente contro i gay però lo giuro anche se va di moda oggigiorno! ) per il pallone che non siete altro, la nazionale.

Ed è il pallone in rete della nazionale azzurra di pallone l'unico ad essere in grado di far gioire nell'abbraccio asessuale ma amorevole e scansonato, anche un ateo mangiapreti ed un cattolico fondamentalista prepostcoitale, uno del partito del nano mafioso ed uno di quello del pelato proletario in churc ed abiti su misura di taglio inglese.

D'altro canto c'è qualcosa che non mi torna nel dare troppo risalto ed importanza agli eventi sportivi in genere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ritorno a dirne una delle mie per il semplice fatto che io, atea del calcio se non per lo spirito del "cuore italiano" verso cui ti scagli tu, sono la prima testimone del critico momento che mi sembra essere nato tra i nostri amorevoli concittadini ;) Mi permetto di suggerire che, infatti, i fronti che fino a non molti anni fa gareggiavano (almeno) con quello del "tifismo sportivo" erano quelli della religione, della politica e nondimeno della sessualità.
Maturata ogni certezza che lo spirito cattolico è morto, e restano credenti occasionali, spesso per convenienza del momento, oppure incalliti attivisti integralisti e perciò razzisti verso chi non applicherebbe nessuna legge a Dio, bensì Dio alla vita...
Condensata la dimostrazione che le idee anzi gli ideali politici sono stati defunti insieme ai loro fautori, e che le notizie di politica non sono altro che commedia all'italiana, che lascia dunque solo un ennesimo senso di "non appartenenza"...
E infine, disperatamente notato che la sessualità si è pervertita e seccata, esasperata, resa madre di figli per diritto o per sfizio...
Cosa vuoi che rimanga?
Siamo troppo confusi per ricominciare da noi stessi a trovare il punto di partenza.
Preferiamo vagare nei punti interrogativi e restare attaccati alla bandiera nel pallone...gratificati dal fatto di "avere un senso"...
Sì, siamo nel pallone direi :D